PANTELLERIA
Agricoltura eroica
Pantelleria è chiamata la Perla Nera del Mediterraneo per la sua natura vulcanica.
Il paesaggio è tutto in contrasto: sulle coste ha un aspetto ultraterreno, lunare, appuntito dal mare e dal vento incessante.
Nell’entroterra, si ammorbidisce nelle sue colline verdi e incontaminate, e basta poco per rendersi conto che, nonostante sia un puntino in mezzo al mare, Pantelleria ha un’anima profondamente terrestre.
Nella terra e nella storia di quest’isola si mescolano e si scontrano tante energie, a partire dal suo nome, che significa figlia del vento.
Ma il vento è solo una delle tante forze che la scuote.
C’è anche il sole, il sale, le acque calde che ribollono nel sottosuolo.
E il suo terreno vulcanico – composto di sabbia finissima di origine eruttiva dovuta al deposito di cenere e lapilli – risulta arrampicato e impervio, ma solo in apparenza è inadatto alla vita.
In realtà, è ricchissimo di preziosi microelementi che lo rendono vivo, fertile e prolifico.
Pantelleria è chiamata la Perla Nera del Mediterraneo per la sua natura vulcanica.
Il paesaggio è tutto in contrasto: sulle coste ha un aspetto ultraterreno, lunare, appuntito dal mare e dal vento incessante.
Nell’entroterra, si ammorbidisce nelle sue colline verdi e incontaminate, e basta poco per rendersi conto che, nonostante sia un puntino in mezzo al mare, Pantelleria ha un’anima profondamente terrestre.
Nella terra e nella storia di quest’isola si mescolano e si scontrano tante energie, a partire dal suo nome, che significa figlia del vento.
Ma il vento è solo una delle tante forze che la scuote. C’è anche il sole, il sale, le acque calde che ribollono nel sottosuolo.
E il suo terreno vulcanico – composto di sabbia finissima di origine eruttiva dovuta al deposito di cenere e lapilli – risulta arrampicato e impervio, ma solo in apparenza è inadatto alla vita.
In realtà, è ricchissimo di preziosi microelementi che lo rendono
vivo, fertile e prolifico.
Ed è in questo terreno che lavoriamo la nostra vite, nella forma dell’alberello pantesco, coltivato in conche profonde circa 20 cm, utili per accumulare l’acqua piovana e proteggere i grappoli dal vento.
Questa tecnica di coltivazione, introdotta dai fenici e perfezionata e tramandata nei secoli, è particolarmente complessa e prevede diverse fasi che si concludono con la vendemmia a mano a inizio agosto e metà settembre.
Nel 2014, l’Unesco ha finalmente riconosciuto la “Pratica agricola della coltivazione della vite ad alberello, tipica dell’isola di Pantelleria” come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
Indirizzo
Società Agricola Bbirbiciú
Via Sataria 14/2
91017 Pantelleria (TP) Italia
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